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Giuliano Ghelli
Giuliano Ghelli nasce a Firenze nel 1944.
Si conferma uno dei grandi sognatori della pittura italiana, ricevendo importanti riconoscimenti in Italia e all’estero.
Un autore in cui magia e realtà, esperienza vissuta o inventata, si fondono realizzando un teatro visionario colmo di luoghi magici, segni decifrabili o indecifrabili, elementi concreti o apparizioni incantate.
Gli olii e le litografie di Ghelli ci accompagnano in un cosmo sospeso tra finito e infinito, tra reale e metafisico.
Per l’artista non esiste una realtà assoluta delle cose ma solo la forma che esse assumono attraverso di noi.
Lo spazio mentale di Ghelli è al di là di ogni nozione o pensiero razionale del mondo.
Per accedervi non è necessario avvicinarsi con l’intelletto puro, bensì con una mente aperta. Le sue opere giocano ad essere una ri-scrittura del reale, sulla base di un codice personale fondato su libere, e talvolta incoscienti, associazioni in cui una cosa potrebbe richiamarne un’altra, in un imprevedibile processo simbologico.
Una metarealtà fantastica, come la definisce Vanni, la ricerca sistematica di una nuova soggettività, di una mimesi spirituale che tende verso un’autenticità interiore.
Le forme di Ghelli acquistano una sorprendente luminosità, una straordinaria varietà di morfologia, di registri cromatici, conservano un’elevata autonomia di movimento e al tempo stesso una smagliante e indeteriorabile evidenza proprio in virtù del loro non senso.
Ghelli Esordisce diciassettenne a Milano in una collettiva alla Galleria Numero di Fiamma Vigo.
Nel 1975 e nel 1980 venne “Segnalato Bolaffi” da Tommaso Paloscia come uno dei migliori cinquanta artisti italiani.
All'estero espone per la prima volta a Parigi nel 1974, presso l'Università di Lettere e nel 1975 a New York. Poi a Los Angeles, Francoforte, Dortmund, Brema, Siviglia, Lussemburgo, Salonicco, Bruxelles, Barcellona, Worpswede, Jade, Bocholt, fino a superare le cento mostre personali.
Nel 2000 è stato uno dei vincitori del concorso indetto dalla Fondazione Collodi per la realizzazione di un grande murales su Pinocchio. Due importanti personali sono state realizzate a Milano (1992) e al Museo Pecci di Prato (2001).
Tratto da:
Maurizio Vanni (2003), L’Eco del Sogno, Ed. Galleria Tornabuon